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Classiques Garnier

Fortune dell’Histoire ancienne jusqu’à César nel Veneto medievale

  • Publication type: Article from a collective work
  • Collective work: Les Chroniques et l’histoire universelle. France et Italie (xiiie-xive siècles)
  • Author: Cambi (Matteo)
  • Abstract: La contribution vise à illustrer les modalités de circulation et de réception de l’Histoire ancienne jusqu’à César dans la Vénétie des xive et xve siècles. En se penchant sur les témoins de l’Histoire ancienne en langue d’oïl ainsi que sur les volgarizzamenti produits dans la région, est proposée une analyse compréhensive des mécanismes de compilation, adaptation et traduction de l’œuvre dans la Vénétie médiévale.
  • Pages: 113 to 127
  • Collection: Encounters, n° 537
  • Series: Medieval civilization, n° 46
  • CLIL theme: 4027 -- SCIENCES HUMAINES ET SOCIALES, LETTRES -- Lettres et Sciences du langage -- Lettres -- Etudes littéraires générales et thématiques
  • EAN: 9782406119098
  • ISBN: 978-2-406-11909-8
  • ISSN: 2261-1851
  • DOI: 10.48611/isbn.978-2-406-11909-8.p.0113
  • Publisher: Classiques Garnier
  • Online publication: 12-15-2021
  • Language: Italian
  • Keyword: Œuvres, compilation, traduction, réception, Faits des Romains
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Fortune dellHistoire ancienne
jusqu
à César nel Veneto medievale

Redatta per Ruggero IV castellano di Lille allinizio del sec. xiii, lHistoire ancienne jusquà César (dora in avanti HA) costituisce una compilazione di storia antica che si diffuse, tra i secoli xiii e xv, in tutta Europa1. Nonostante lopera sia tornata recentemente al centro degli interessi della critica, essa pone ancora molte di quelle zone dombra che si erano presentate sin dai pionieristici studi di P. Meyer, il quale, oltre ad avanzare la proposta di attribuire lHA al celebre poligrafo Wauchier de Denain, evidenziò come lo studio dellHA dovesse necessariamente procedere in parallelo con quello di unaltra interessante compilazione di 114storia romana : i Fet des Romains, traduzione-adattamento di tre grandi auctoritates della storiografia latina (Sallustio, Svetonio e Lucano)2.

È difatti vero che, già a distanza di pochi decenni dalla sua stesura, lHA aveva conosciuto un vario e diverso destino, nel solco dei rinnovati e multiformi canali di diffusione della storiografia vernacolare in lingua doïl : quello delle chroniques universelles. È in questo quadro di ricezione e circolazione che lopera conobbe una diffusione straordinaria dapprima in Medio Oriente3, in quegli Stati crociati che rappresentavano un nuovo bacino di pubblico per prose a carattere storico-didattico : da qui, essa avrebbe conosciuto un successo europeo, lungo quelle direttrici che caratterizzavano gli scambi commerciali e di pellegrinaggio. È senzaltro il caso della penisola italiana, ove diversi centri culturali recepirono e contribuirono a diffondere lopera4 : in primis, loramai celebre atelier pisano-genovese, allinterno del quale lHA costituisce non solo una delle 115opere più copiate, ma anche uno dei testi maggiormente adattati tramite tagli e interpolazioni5. Come per altre tradizioni oitaniche, infatti, lasse Genova-Pisa si è dimostrato uno snodo cruciale e precocemente ricettivo del testo, sia pure in parallelo ad unaltrettanto significativa circolazione della medesima opera in area padana6.

In questa prospettiva di studio, la nostra ricerca passerà dallanalisi dei testimoni oitanici dellopera circolanti nel Veneto medievale ai volgarizzamenti veneti, con lo scopo di fornire nuovi e più precisi ragguagli circa la fisionomia e la diffusione dellHA nel Veneto medievale.

Tra compilazione e adattamento

I testimoni veneti dellHistoire ancienne jusquà César

Se è noto che la storia della tradizione manoscritta dellHA riconosca nellItalia settentrionale un centro di diffusione dellopera particolarmente rilevante, occorre in questa sede sottolineare come proprio larea veneta dimostri una peculiare modalità di ricezione e trasmissione del testo, nella prospettiva di unopera la cui articolata estensione si 116prestò senzaltro a numerosi e reiterati meccanismi di contaminazione, compilazione e ampliamento. In questa prospettiva, non mancheremo di osservare come, già intorno alla metà del Trecento, il ms. Parigi, BnF, Naf, 6774, localizzato in area veneta (forse veneziana)7, rappresenti un interessante accostamento di testi in versi e in prosa : da una parte il Roman de Troie di Benoît de Sainte-Maure, dallaltra lHA con le sezioni Troia ed Enea, tràdite secondo una lezione trasmessa dal gruppo siglato tradizionalmente β8. Il manoscritto, a dispetto delleterogeneo accostamento testuale, si mostra come un codicetto curato sotto il profilo librario, denunciando un progetto compilativo attento e meditato, allo scopo di assemblare una sorta di piccola compilazione di storia antica. Tale mise en texte non può infatti apparire certamente casuale, anche in ragione del fatto che, proprio in area veneta, il romanzo di Benoît conobbe una fortuna straordinaria, tanto da essere tradotto anche in volgare padovano9.

Non sarà dunque probabilmente un caso che il romanzo di Benoît figuri in una piccola compilazione di storia antica con materiali desunti dallHA ; anzi, se volgiamo la nostra attenzione ad un ulteriore testimone veneziano del testo – vale a dire il ms. Vienna, Österreichische Nationalbibliothek, 2576 (= V) – potremo approfondire ulteriormente i meccanismi di interferenza e contatto tra lHA e il Roman de Troie in area veneta10 : allinterno della sezione troiana di V, infatti, troviamo 117un lungo inserto in versi corrispondente al dialogo fra Achille ed Ettore (f. 64ro, v. 13135-13194 ed. Constans)11. Al di là delle peculiarità che il pur breve lacerto in versi dimostra, è notevole qui rilevare la contiguità di queste due opere storiche nel Veneto medievale, anche in contesti di profonda riscrittura e adattamento dellHA. In V, infatti, anche la facies redazionale dellHA presenta numerose problematiche, dato che il testimone in esame risulta vergato dallalternanza di due mani (A e B), e viene successivamente corretto e ampliato da una terza mano seriore (C)12 : in particolare, la stratigrafia del manoscritto viennese evidenzia che la mano A copia una versione affine alla redazione lunga tramandata dal cosiddetto gruppo α, particolarmente significativa in quanto contiene il celebre prologo in versi contenuto soltanto in V e nel ms. Parigi, BnF, fr. 20125 ; al contrario, la mano B trascrive un testo in larga parte da ricondurre al raggruppamento convenzionalmente siglato β (redazione breve), con linclusione del colophon della cosiddetta seconda redazione dellopera, condiviso dal ben noto ms. Londra, British Library, Royal 20 D I e dal ms. Firenze, Biblioteca Riccardiana, 3982. Corre qui lobbligo di ricordare che, mentre il manoscritto londinese Royal 20 D I rappresenta il codex optimus facente capo alla seconda redazione dellHA, il codice riccardiano dellHA rientra tradizionalmente allinterno del gruppo β : la presenza del medesimo colophon allinterno di tre testimoni tanto diversi quanto eccentrici nel quadro della tradizione manoscritta dellHA meriterà senzaltro nuovi accertamenti critici13. Occorre qui 118peraltro rilevare come lapporto di V si dimostri ancora una volta originale anche in relazione alla dislocazione del colophon e proprio in considerazione della sua struttura materiale : la presenza del colophon in V, infatti, non interrompe definitivamente lazione di copia da parte dei copisti – come invece accade nel caso dei succitati mss. Royal 20 D I e Ricc. 3982 –, anzi : in V, il colophon chiude la colonna di sinistra, ma il testo prosegue con la sezione Amazzoni, come descrive la rubrica incipitaria sulla colonna di destra della medesima carta14 :

Ci commenca dou regne de Mazonie et dou roi dEgipte qui tot le monde vost conquere. (f. 154ro)

La prosecuzione della copia dopo la chiusura del testo col colophon rubricato – sempre ad opera della mano B – pone quantomeno la questione dellorganizzazione interna del manufatto e della sua conclusione (oltre che del colophon stesso), sia perché non può trattarsi di un errore materiale (in quanto il colophon e la ripresa della sezione Amazzoni si ritrovano allinterno della medesima carta), sia perché il codice risulta mutilo della fine, cosicché la sua effettiva fisionomia, almeno per ciò che riguarda la sezione conclusiva, ci sfugge.

Questa tendenza al montaggio e alla giustapposizione testuale pare coinvolgere, peraltro, anche un ulteriore testimone dellHA, esemplato probabilmente in area patavina15 : si tratta del ms. Parigi, BnF, fr. 686, articolata compilazione trecentesca che contiene in sequenza lHA, i Fet des Romains, una versione franco-italiana dei Conti di antichi cavalieri e il cosiddetto Légendier A, secondo una disposizione che fornisce al codice « lallure dune Bible historiale16 ». LHA – il cui testo appartiene al gruppo siglato tradizionalmente α – apre infatti la compilazione con la 119sezione della Genesi e procede fino alle vicende della Roma cesariana : i Fet, poi, proseguono la narrazione storica, che si conclude con alcuni ritratti esemplari di grandi eroi (Cesare, Pompeo, Regolo, Bruto, il re Giovanni, Brunor e Galeot) nel segno di una ideale continuità tra la narratio storica dei primi testi e la raccolta agiografica del Légendier.

Come ci è stato possibile osservare in questi esempi relativi alla macrostruttura testuale dei testimoni oitanici dellopera, tutti esemplati con buona probabilità in area veneta, la trasmissione manoscritta dellHA nel Veneto medievale presenta una notevole mouvance, anche e soprattutto nella prospettiva di una fenomenologia della copia che non si dimostra attiva limitatamente agli interventi testuali, ma anche e soprattutto nella predisposizione e nellorganizzazione testuale complessiva o, per meglio dire, nellinsieme di quei testi che, insieme allHA, convergono nella ricomposizione di grandi sillogi universali a partire da testi di natura prevalentemente storico-romanzesca.

Volgarizzare
lHistoire ancienne jusquà César
nel Medioevo veneto

A differenza dei volgarizzamenti toscani, che conoscono una grande fortuna già a partire dai primi decenni del Trecento, larea veneta dimostra un certo ritardo nella pratica di traduzione del testo, nonché una più spiccata tendenza alladattamento e alla compilazione dellopera17.

In prima battuta, sarà opportuno elencare i testimoni che tramandano le versioni venete dellopera :

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– Firenze, Biblioteca Medicea Laurenziana, Palatino 153 [= Vp]

Veneto, sec. xiv ex., cart., mm 294×210, f. IV, 110, III, 2 col.

Contiene : Historia destructionis Troiae (volg) e Histoire ancienne jusquà César (volg.)

– Firenze, Biblioteca Nazionale Centrale, Palatino 502 [= V2]

Veneto, sec. xv in., cart., mm 261×187, f. I, 72, I, 2 col.

Contiene : Historia destructionis Troiae (volg) e Histoire ancienne jusquà César (volg.)

– Venezia, Biblioteca Nazionale Marciana, It. VI 7 [= Vz]

Venezia, sec. xiv, perg., mm 290×200, f. II, 57, III, longues lignes.

Contiene : Histoire ancienne jusquà César (volg.)

– Venezia, Biblioteca Nazionale Marciana, It. VI 81 [= V1]

Padova, sec. xiv ex., perg., mm 350×240, f. II, 174, 2 col.

Contiene : Historia destructionis Troiae (volg), Histoire ancienne jusquà César (volg.) e Fatti di Enea di Guido da Pisa.

Sulla scorta di questa sintetica rassegna dei testimoni veneti, vaglieremo ora le diverse tipologie librarie dei volgarizzamenti dellHA nel Veneto medievale : innanzitutto, giova sottolineare come il codice più antico contenente un volgarizzamento dellHA risulti Vz, testimone che “ritaglia” una traduzione limitata alla sezione tebana del testo18. Il codice è stato vergato in littera textualis dal copista Petrus, che dichiara consapevolmente in apertura lintenzione di fornire un excerptum dellopera relativo alle sole vicende tebane :

Queste è le gran bataie de la destrucion de Tebes che fo ançi le bataie de Troia la granda e la picola. Çò fo le gran bataie dEtiocles e Polinices (f. 1r)

Lo stesso copista Petrus tentò parimenti di illustrare il contenuto del codicetto, allestendo ampi spazi poi rimasti privi di un corredo iconografico, che risulta realizzato soltanto parzialmente. Nel caso di Vz, poi, è stato anche possibile precisare la localizzazione del codice, dal momento che già il primo editore del testo ebbe a rilevare una coloritura linguistica veneziana, identificando lestensore del volgarizzamento con un copista lagunare19.

La situazione testuale di Vz non deve tuttavia ingannare, poiché occorre segnalare che il testimone in esame rappresenta un unicum per larea veneta, dal momento che proprio nel Veneto medievale lHA venne 121a più riprese rifusa e adattata, in particolar modo entro compilazioni di argomento troiano ; tale fenomenologia della copia, che adatta il testo oitanico volgarizzato in compilazioni di diversa natura, mostra risultati differenti : è il caso di Vp, ad esempio, che si presenta come un complesso assemblaggio narrativo di storie troiane, illustrato per mezzo di un ricco apparato iconografico, mentre assume un ruolo centrale il rapporto immagine-testo20. Nelle numerose miniature acquerellate si sviluppa infatti un suntuoso ciclo iconografico relativo alle vicende troiane, nel quale la descrizione narrativa e storica trova ampio spazio. In Vp la lettura della storia troiana corre in parallelo al peculiare interesse del compilatore per lHA : brevi lacerti dellopera sono infatti inglobati allinterno di un volgarizzamento dellHistoria destructionis Troiae di Guido delle Colonne21, secondo una cernita di episodi ispirati ad un certo gusto guerresco e cortese, tra i quali segnaliamo la morte di Patroclo (f. 66ro), lo scontro di Ettore, Telamone e Aiace (f. 66vo), la morte di Ettore (f. 71ro), lamore di Achille per Polissena (f. 73vo), la morte di Paride e Aiace (f. 82ro), le imprese e la morte di Pentesilea (f. 84ro). Nei fatti, lHA diviene, in Vp, una sorta di repertorio a cui attingere per arricchire e amplificare la narratio : la trama dellHistoria destructionis Troiae diviene così una maglia serrata allinterno della quale i dettagli dellHA rimangono incastonati.

Allo stesso modo, laltra grande compilazione di materia troiana contenuta in V2 si caratterizza per la squisita fattura, eseguita con lidea di ricreare una compilazione esemplare, come dichiara il solenne e anonimo prologo che introduce il testo :

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Qui comenza el prohemio over tractato de i fati de la nobille Troia et in prima como gli desese de grado in grado e là poi segue come fu destruta la pichola Troia e subsequente come fu hedifichata la grande. Ne le antique ystorie channo parlato e scrito i philosophi ne desende e doce a condure vita che non sia occiosa et altre virtute perché la vita occiosa move et inclina el chore a tuti i vizi. Et imperò è meglio amare la vita exercitativa che vivere in occio, non solamente per sé ma per utilità de ciascuno a le cosse necessarie. (f. 1ro)

Come osserviamo dal prologo di V2, lestensore intende narrare le vicende della città di Troia : al volgarizzamento dellHistoria destructionis di Guido si alternano infatti sporadicamente alcuni capitoli tratti dallHA, inseriti qualora il compilatore ravveda la necessità di una digressione genealogica o guerresca22. Nonostante il minor peso dellHA nellarchitettura complessiva di V2, gli excerpta dellopera inseriti ci consentono di comprendere come lutilizzo dellHA risulti del tutto accessorio alla struttura della compilazione, dal momento che il compilatore utilizza solo alcuni brevi estratti a carattere genealogico.

Non stupirà dunque che, seppure a partire da materiali e testi identici, Vp e V2 vadano a comporre progetti compilativi che tendono a relegare i materiali desunti dallHA entro una selezione di segmenti mirati e funzionali allarchitettura complessiva delle compilazioni di materia troiana qui implicate. È dunque acclarato che ci troviamo di fronte a due prosificazioni di materia troiana che scelgono lHA al solo fine di arricchire la narrazione guidiana tramite linserimento di episodi originali ed eterogenei rispetto allHistoria destructionis Troiae : al tortuoso sviluppo narrativo di Vp fa da contraltare la linearità di V2, la cui fisionomia complessiva risulta ben diversa, giacché in Vp lHA volgarizzata dialoga con il cospicuo apparato iconografico e trova un maggiore risalto narrativo rispetto allancor più ristretto spazio riservatole da V2.

Questa ricezione frammentaria dellHA sembra anticipare un nuovo modello letterario : si tratta, in buona sostanza, della cronaca universale in volgare, più comunemente denominata “fiorita”23, allinterno della quale lHA rappresenta uno dei testi del repertorio storiografico a cui 123attingere per descrivere e narrare la storia antica. In questo senso, V1 costituisce senzaltro un esempio assai significativo di questa tendenza : sotto il profilo testuale, infatti, ci troviamo di fronte ad un prodotto dalla struttura estremamente complessa e articolata, come dimostra larchitettura complessiva del testimone. Osserviamo infatti che esso contiene nella prima sezione un corposo volgarizzamento dellHA, che si estende dalla Genesi alla sezione tebana, mentre la sezione troiana risulta assemblata a partire da episodi afferenti, desunti ancora una volta, dallHistoria destructionis di Guido delle Colonne ; a conclusione della compilazione troviamo infine anche la sezione conclusiva della Fiorita guidiana, dedicata alla storia romana e nota con il titolo di Fatti di Enea24. La complessità testuale con cui lanonimo estensore ha elaborato la compilazione procede infatti su due binari paralleli : da una parte, lidea di giustapporre testi ed opere di materia antica in maniera coerente e consequenziale, dallaltra, lintenzione di abbreviare il racconto depauperandolo di dettagli narrativi e di alcuni episodi, andando così a ricreare una storia universale a partire da materiali in volgare assemblati e riadattati25.

Riflessioni conclusive

Linteresse rivolto dalle nostre ricerche verso la diffusione dellHA nel Veneto medievale prende le mosse dalla considerazione preliminare, cioè che i testimoni di area padana orientale dellHA preludano ad una tendenza che sarà amplificata dai volgarizzamenti veneti : in questa direzione, è parso dunque opportuno indagare quali materiali e meccanismi soggiacessero al lavoro dei compilatori e dei volgarizzatori, che 124tanta parte ebbero nel processo di diffusione, adattamento e traduzione dellopera in area veneta.

Ciò che è possibile rilevare, senza tema di smentita, è la profonda attività di revisione e adattamento che lHA conobbe nei meandri della sua trasmissione in area veneta : al di là dei frequenti fenomeni di contaminazione e giustapposizione, tanto nei testimoni oitanici che nelle versioni volgari, infatti, stupisce non solo come in area veneta circolassero contemporaneamente testimoni comunemente distinti tra gruppo α e gruppo β, ma che addirittura le due versioni del testo riuscissero a compenetrarsi, come nel complesso sistema di montaggio rappresentato da V26. La variegata circolazione dei testimoni oitanici dellHA ci consente, al momento, di valutare soltanto in maniera superficiale i fenomeni di interferenza nella tradizione veneta dellHA, lasciando a nuove e ulteriori indagini il compito di comprendere a quale livello si sia sedimentata la stratigrafia dei diversi interventi di compilazione, adattamento e montaggio relativi alla trasmissione manoscritta e alla fisionomia redazionale dei singoli testimoni.

Si pensi allampio collettore ms. Parigi, BnF, fr. 686 : il manoscritto rappresenta lo stadio di un accostamento compilativo in cui lHA, completa dellundicesima sezione dedicata a Cesare, è accostata ai Fet des Romains ; in questo specifico caso, sarà opportuno parlare di assemblaggio compilativo, poiché è evidente che, nel processo di trasmissione dellopera, i Fet costituiscano una corposa appendice in grado di sanare lesigua sezione cesariana che si trova collocata a chiusura dellHA.

Ancora, rileveremo che nel ms. Parigi, BnF, Naf. 6774 si osserva ad unoperazione di giustapposizione narrativa che lega lHA e il Roman de Troie in versi in qualità di testo sostitutivo della sezione troiana dellHA, mostrando come, in area padano-veneta, si assista con una certa frequenza allinterpolazione della sezione troiana dellHA con i versi di Benoît : senzaltro il progetto testuale approntato dal ms. Parigi, BnF, Naf. 6774 risponde ad unazione in qualche modo occasionale e anchessa in larga parte assimilabile ad un intento compilatorio.

In aggiunta alle peculiarità della facies redazionale dei testimoni succitati, occorre infine evidenziare lulteriore conferma fornitaci da V, 125manoscritto che, allinterno della sezione troiana, interpola il dialogo tra Achille ed Ettore ricavando una sezione versificata proprio dal Roman de Troie in versi : lintento delloperazione, verosimilmente riconducibile al copista, doveva essere quella di impreziosire il dettato dellHA inserendo i versi di Benoît. Allo stesso modo, la compresenza di più copisti mostra la precipua influenza e commistione, nel medesimo testimone, dei tradizionali sottogruppi α e β dellHA, attestando la circolazione nel Trecento veneto tanto della versione lunga quanto della versione breve dellopera : di questa duplice circolazione, i lettori dellopera nel Veneto medievale risultano quantomeno consapevoli, proprio in virtù di questa attenta operazione di montaggio e riscrittura testimoniata dal codice viennese.

Sul versante dei volgarizzamenti, del resto, giova ricordare la già dimostrata alternanza dei modelli : da un lato, il sicuro legame del modello di Vp con la redazione breve dellopera, dallaltro la contestuale dipendenza di Vz e V1 da un modello appartenente alla famiglia α, ancora da individuare nelle fitte maglie della tradizione manoscritta dellHA27. Ciò che emerge da questo quadro, nei fatti, è che, per gli estensori dei volgarizzamenti italiani, lHA è percepita come una compilazione di storia universale da esemplare sul genere del florilegio storico-erudito, secondo una tendenza compilativa che mostra un capillare utilizzo del testo, anche secondo modalità di adattamento e mise en texte peculiari, come ha inappuntabilmente mostrato G. Carlesso relativamente alla sezione troiana di Vp, V1 e V228.

Tali dinamiche assumono inoltre maggiore rilievo qualora si delinei un confronto con laltra area di ricezione dellHA volgarizzata : la Toscana del Trecento. Se lalveo dei volgarizzamenti veneti ci consente di asserire che, nel Veneto medievale, lopera fu copiata, compilata e tradotta a partire da modelli appartenenti indifferentemente alle versioni α e β, la ricezione toscana del testo pare prediligere pressoché esclusivamente i testimoni della versione β, secondo diversi e peculiari canali di trasmissione del testo29. Proprio la compresenza di modelli oitanici dipendenti dai due distinti raggruppamenti dellHA ci permette così di acclarare, in prima istanza, che lopera doveva aver conosciuto una 126certa fortuna nel Veneto medievale, dapprima lungo il fertile canale della diffusione oitanica del testo, attraverso testimoni afferenti tanto al gruppo α quanto al gruppo β ; in secondo luogo, si osserva come a questa circolazione abbiano fatto séguito processi di traduzione diversi e indipendenti, non tanto e non solo in relazione ai modelli di riferimento, quanto piuttosto in funzione di differenti esigenze di pubblico e di orizzonti dattesa assai diversificati.

Il capitolo veneto dei volgarizzamenti dellHA si dimostra dunque come un passaggio cruciale, non solo al fine di individuare le dinamiche della storia della tradizione manoscritta dellopera, ma anche e soprattutto per comprendere la composizione di quella ideale “biblioteca” storica in volgare che, lungo il Trecento e fino agli inizi del Quattrocento, dette vita a numerose compilazioni e florilegi proprio in area veneta : assieme allHistoria destructionis Troiae di Guido delle Colonne o alla Fiorita di Guido da Pisa, lHA volgarizzata rappresentò un vero e proprio livre de chevet per compilazioni e adattamenti di taglio diverso, dalla pratica del volgarizzamento tipica di Vz al più complesso meccanismo di selezione e montaggio di episodi narrativi a intarsio propri di Vp e V2, allinterno dei quali il copista-compilatore sceglie e profila i testi sulla base di un progetto definibile ed unitario. In questo quadro, risulta poi centrale la fisionomia di V1, imponente opera di compilazione e assemblaggio testuale intrapresa dallanonimo estensore del testo : proprio in V1 si riconosce il risultato più complesso e insieme riuscito del riuso dellHA volgarizzata, che diviene qui un testo accorpato ad altre prose storiche al fine di ricreare uninedita “fiorita”, a partire da testi oitanici, latini e volgari, sulla base di differenti tecniche compilative (traduzione, compilazione e giustapposizione di testi).

Proprio larea veneta, insomma, dimostra, nel Trecento inoltrato, un interesse spiccato verso quelle prose storiche antico-francesi che conobbero nel Veneto un centro propulsore di nuovi orizzonti letterari30 ; anche su questo terreno, ancora in larga parte inesplorato, saranno da ricercare non 127soltanto le ragioni del successo dellHA nel Veneto medievale, ma anche e soprattutto quei modelli e quei riferimenti letterari che portarono a rifondere e utilizzare i volgarizzamenti veneti dellopera allinterno di un genere destinato a godere di un successo assai duraturo : quello della “cronaca universale”.

Matteo Cambi

Università di Pisa

1 Ci limiteremo qui a citare alcuni studi recenti che ben definiscono le traiettorie con le quali il testo si diffuse e circolò : Doris Oltrogge, Die Illustrationszyklen zur Histoire ancienne jusquà César (1250-1400), Frankfurt am Main, Lang, 1989 ; Maria Laura Palermi, « Histoire ancienne jusquà César : forme e percorsi del testo », Critica del testo, 7, 1 (2004), p. 213-256 ; Anne Rochebouet, « De la Terre sainte au Val de Loire : diffusion et remaniement de lHistoire ancienne jusquà César au xve siècle », Romania, 136 (2016), p. 169-203. Altre fondamentali informazioni sono ovviamente ricavabili dalle numerose edizioni parziali del testo : Marc-René Jung, La légende de Troie en France au Moyen Âge. Analyse des versions françaises et bibliographie raisonnée des manuscrits, Basel – Tübingen, Francke, 1996 (Romanica Helvetica), p. 337-357 ; The Heard Word : A Moralized History. The Genesis Section of the Histoire ancienne in a Text from Saint-Jean dAcre, ed. by Mary Coker Joslin, Jackson, University of Mississippi Press, 1986 ; Histoire ancienne jusquà César (Estoires Rogier), éd. par Marijke De Visser-van Terwisga, 2 vol., Orléans, Paradigme, 1995-1999 ; Christophe Pavlidès, LHistoire ancienne jusquà César (première rédaction). Étude de la tradition manuscrite. Étude et édition partielle de la section dhistoire romane, thèse de lÉcole des Chartes pour le diplôme darchiviste-paléographe, Paris, 1989 ; LHistoire ancienne jusquà César ou Histoires pour Roger, châtelain de Lille, de Wauchier de Denain. Lhistoire de la Macédoine et dAlexandre le Grand, éd. par Catherine Gaullier Bougassas, Turnhout, Brepols, 2012 (Alexander redivivus) ; LHistoire ancienne jusquà César ou Histoires pour Roger, châtelain de Lille, de Wauchier de Denain. Lhistoire de la Perse, de Cyrus à Assuérus, éd. par Anne Rochebouet, Turnhout, Brepols, 2016 (Alexander redivivus) ; LHistoire ancienne jusquà César (deuxième rédaction), édition daprès le manuscrit OUL 1 de la bibliothèque de lUniversité Otemae, ancien Phillipps 23240, étude de langue, glossaire et index nominum par Yorio Otaka, introduction et bibliographie par Catherine Croizy-Naquet, Orléans, Paradigme, 2016.

2 Il riferimento è a Paul Meyer, « Les premières compilations françaises dhistoire ancienne », Romania, 14 (1885), p. 1-81. Per una bibliografia di riferimento sui Fet des Romains si veda : Louis-Ferdinand Flutre, Li Fet des Romains dans les littératures française et italienne du xiiie au xvie siècle, Paris, Champion, 1932 ; Guy Raynaud de Lage, « LHistoire ancienne jusquà César et les Fet des Romains », Le Moyen Âge, 55 (1949), p. 5-16 ; Bernard Guenée, « La culture historique des nobles : le succès des Fet des Romains (xiiiexve siècles) », La noblesse au Moyen Âge, xiexve siècles. Essais à la mémoire de Robert Boutruche, éd. par Philippe Contamine, Paris, Presses Universitaires de France, 1976, p. 261-288 ; Catherine Croizy-Naquet, Écrire lhistoire romaine au début du xiiie siècle : LHistoire ancienne jusquà César et les Fet des Romains, Paris, Champion, 1999 (Nouvelle bibliothèque du Moyen Âge) ; Ead., « Les Fet des Romains. Une fortune diverse », Anabases, 4 (2006), p. 141-154. Sulla fortuna medievale dei Fet e delle relative versioni romanze, si rimanda infine ai preziosi contributi di Luca Di Sabatino e Filippo Pilati acclusi nel presente volume.

3 Sullargomento si vedano i contributi di Émilie Maraszak, « Entre Orient et Occident, les manuscrits enluminés de Terre sainte. Lexemple des manuscrits de lHistoire Ancienne jusquà César, Saint Jean dAcre, 1260-1291 », Mélanges de lÉcole française de Rome. Moyen Âge, 126, 2 (2014), p. 635-657 et Les manuscrits enluminés de lHistoire ancienne jusquà César” en Terre sainte. Saint-Jean-dAcre, 1260-1291, Dijon, Éditions universitaires de Dijon, 2015.

4 La messe di studi relativi alla tradizione italiana dellHA ha conosciuto, in tempi recenti, una straordinaria vivacità : Palermi, « Histoire ancienne », art. cité ; Vincenzo Cassí, « I codici estensi dellHistoire ancienne jusquà César », Annali Online di Ferrara – Lettere, 8, 1 (2013), p. 37-141 ; Matteo Cambi, « Note sullHistoire ancienne jusquà César in area padano-veneta (con nuove osservazioni sul ms. Wien, ÖNB, 2576) », Forme letterarie del Medioevo romanzo : testo, interpretazione e storia, XI Congresso della Società Italiana di Filologia Romanza (Catania, 22-26 settembre 2015), a c. di Antonio Pioletti e Stefano Rapisarda, Soveria Mannelli, Rubbettino, 2016, p. 145-161 ; Maria Teresa Rachetta, « SullHistoire ancienne jusquà César : Le origini della versione abbreviata ; il codice Wien ÖNB cod. 2576. Per la storia di una tradizione », Francigena, 5 (2019), p. 27-58 ; Matteo Cambi, LHistoire ancienne jusquà César in Italia. Manoscritti, tradizioni testuali e volgarizzamenti, Pisa, Pacini, 2020.

5 Per una disamina dellHA copiata nel carcere genovese si rimanda a Fabio Zinelli, « “je qui li livre escrive de letre en vulgal” : scrivere il francese a Napoli in età angioina », Boccaccio angioino. Materiali per la storia culturale di Napoli nel Trecento, a c. di Giancarlo Alfano, Teresa DUrso, Alessandra Perriccioli Saggese, Bruxelles, Lang, 2012, p. 148-173 ; Id., « I codici francesi di Genova e Pisa : elementi per la definizione di una scripta », Medioevo Romanzo, 39 (2015), p. 82-127 ; Cambi, LHistoire ancienne, op. cit., p. 19-38. Rimando inoltre ai fondamentali studi di Di Sabatino, che sondano la varia lectio dei testimoni pisano-genovesi alla luce dei volgarizzamenti toscani, tra cui: Luca Di Sabatino, « Per ledizione critica dei volgarizzamenti toscani dellHistoire ancienne jusquà César (Estoires Rogier) : una nota preliminare », Carte romanze, 4, 2 (2016), p. 121-124, oltre al contributo nel presente volume. Sui copisti e sulla produzione manoscritta attiva allinterno dellatelier carcerario si rimanda a Fabrizio Cigni, « I testi della prosa letteraria ed i contatti col francese e col latino. Considerazioni sui modelli », Pisa crocevia di uomini, lingue e culture. Letà medievale, Atti del convegno (Pisa, 25-27 ottobre 2007), a c. di Lucia Battaglia Ricci e Roberta Cella, Roma, Aracne, 2009, p. 157-181 ; Id., « Manuscrits en français, italien et latin entre la Toscane et la Ligurie à la fin du xiiie siècle : implications codicologiques, linguistiques et évolution des genres narratifs », Medieval Multilingualism in England, France, and Italy : the Francophone World and its Neighbours, ed. by Christopher Kleinhenz and Keith Busby, Turnhout, Brepols, 2010, p. 187-217.

6 Cambi, « Note sullHistoire ancienne », art. cité, p. 145-161 ; Id., LHistoire ancienne, op. cit., p. 51-54.

7 Id., LHistoire ancienne, op. cit., p. 55-56.

8 Il codice è appartenuto ai duchi di Milano, come attesta il catalogo dei libri degli anni 1426-1489 : Antoine Thomas, « Les manuscrits français et provençaux des ducs de Milan au château de Pavie », Romania, 32 (1911), p. 571-609. Precisiamo inoltre che la tradizione manoscritta dellopera viene convenzionalmente suddivisa in due sottogruppi, che si ritiene attestino in un caso la redazione lunga (siglata α), nellaltro la redazione breve (siglata β) : tale classificazione risale a Jung, La légende, op. cit., p. 353-356. In tempi recenti, tuttavia, la questione è stata nuovamente affrontata e discussa : cf. Craig Baker, « La version vulgate de lHistoire ancienne jusquà César », Revue belge de philologie et dhistoire, 95, 4 (2017), p. 745-771 ; Rachetta, « SullHistoire ancienne », art. cité. Per uno sguardo complessivo sulle redazioni dellHA si veda : Richard Trachsler, « LHistoire au fil des siècles. Les différentes rédactions de lHistoire ancienne jusquà César », Transcrire et/ou traduire : variation et changement linguistique dans la tradition manuscrite des textes médiévaux. Actes du congrès international (Klagenfurt, 15-16 novembre 2012), éd. par Raymund Wilhelm, Heidelberg, Winter, 2013, p. 77-98.

9 Cf. Matteo Cambi, « Prime indagini sulla circolazione veneta del Roman de Troie di Benoît de Sainte-Maure », Quaderni Veneti, 5, 1 (2016), p. 1-22.

10 Cf. le analisi mirate sul codice di Cambi, « Note sullHistoire ancienne », art. cité, p. 150-155 e Rachetta, « SullHistoire ancienne », art. cité, p. 40-51.

11 Il passo è edito e studiato in Cambi, LHistoire ancienne, op. cit., p. 90-91.

12 Il codice viennese è risultato per lungo tempo il testimone maggiormente indiziato a rappresentare un manoscritto ponte in grado di legare la prima e la seconda redazione dellHA ; lavanzamento negli studi e il recente allestimento di edizioni parziali ha tuttavia messo in luce da una parte limportanza del valore del codice nel testimoniale, dallaltro la precipua mise en texte di V : se M. De Visser-van Terwisga lo seleziona quale manuscrit de référence per la sua edizione sinottica, C. Gaullier-Bougassas ne edita la sezione alessandrina in qualità di « remaniement en franco-italien » ; sullimportanza di V nel contesto delle edizioni dellopera cf. Cambi, LHistoire ancienne, op. cit., p. 14-16.

13 Tale rilievo si deve alla puntuale analisi di Rachetta, « SullHistoire ancienne », art. cité, che osserva : « questa prima ricognizione della struttura e dei contenuti del codice Wien ÖNB cod. 2576 permette di risolvere una questione connessa con il problema delle fonti della seconda redazione dellHistoire ancienne. Come è noto, al f. 154ro compare lo stesso colophon che si legge anche nel codice London BL Royal 20 D I, larchetipo della seconda redazione, nonché nel codice di fattura genovese Firenze BR 3982. Da quanto abbiamo mostrato emerge che il colophon in questione fa parte di V2 [= B], e che quindi, a rigore, la sua copia in questo manoscritto data diversi decenni dopo quella nel London BL Royal 20 D I. Di conseguenza, è il solo V2 [= B] a potersi dire connesso in qualche modo con la seconda redazione : una connessione promettente, dato che in alcuni punti importanti V2 [= B] è più conservativo di London BL Royal 20 D I (in particolare, contiene i paragrafi della sezione VIII che mancano nella seconda redazione), ma non priva di problematicità, dato il carattere parziale e seriore della testimonianza » (p. 31).

14 Il manoscritto risulta interamente consultabile nella Digitaler Lesesaal della Österreichische Nationalbibliothek. I brevi excerpta qui editi seguono le più comuni norme editoriali : inserimento delle maiuscole e dei segni diacritici, distinzione di u e v e di i e j, scioglimento dei segni tachigrafici segnalato da lettere in corsivo.

15 Cambi, LHistoire ancienne, op. cit., p. 53.

16 Fabio Zinelli, « Au carrefour des traditions italiennes et méditerranéennes. Un légendier français et ses rapports avec lHistoire Ancienne jusquà César et les Fet des Romains », Lagiografia volgare : tradizioni di testi, motivi e linguaggi, Atti del congresso internazionale (Klagenfurt, 15-16 gennaio 2015), a c. di Elisa De Roberto e Raymund Wilhelm, Heidelberg, Winter, 2016, p. 108.

17 I primi risultati circa la diffusione veneta dellHA volgarizzata si debbono agli studi di Giuliana Carlesso, « Note su alcune versioni della Historia destructionis Troiae », Studi sul Boccaccio, 37 (2009), p. 283-348 ; Ead., « Note su alcune versioni della Historia destructionis Troiae di Guido delle Colonne in Italia nei secoli xiv-xv », Studi sul Boccaccio, 42 (2014), p. 291-310 ; Ead., « Variazioni sulla Historia destructionis Troiae di Guido delle Colonne », Studi sul Boccaccio, 45, 2017, p. 299-346. Per ulteriori approfondimenti si rimanda a Cambi, LHistoire ancienne, op. cit., p. 133-166.

18 Per Vz, disponiamo di uno studio e di unedizione completa : Paolo Savj-Lopez, Storie tebane in Italia, Bergamo, Istituto Italiano dArti grafiche, 1905.

19 Cambi, LHistoire ancienne, op. cit., p. 186.

20 Su Vz segnaliamo due contributi significativi : Giuliana Carlesso, « La fortuna della Historia destructionis Troiae di Guido delle Colonne e un volgarizzamento finora ignoto », Giornale storico della letteratura italiana, 157 (1980), p. 230-251 ; Ead., « Le fonti francesi e la tradizione del Libro Troiam veneto », Studi di letteratura francese, 2 (1969), p. 274-288.

21 Il testo di Guido conobbe una straordinaria fortuna nel Medioevo romanzo, come testimoniano in particolare i numerosissimi volgarizzamenti italiani : Nicola De Blasi, « Il rifacimento napoletano trecentesco della Historia destructionis Troiae. I. Rapporti con la tradizione latina e con i volgarizzamenti conosciuti », Medioevo Romanzo, 6 (1979), p. 98-134 ; Libro della destructione de Troya. Volgarizzamento napoletano trecentesco da Guido delle Colonne, a c. di Nicola De Blasi, Roma, Bonacci, 1986 ; Cristiano Lorenzi, « Primi sondaggi sulla tradizione antica del volgarizzamento dellHistoria destructionis Troiae di Filippo Ceffi », Volgarizzare, tradurre, interpretare nei secc. XIII-XVI, Atti del Convegno internazionale di studio “Studio, Archivio e Lessico dei volgarizzamenti italiani” (Salerno, 24-25 novembre 2010), Strasbourg, Éditions de Linguistique et de Philologie, 2011, p. 69-85. Il testo latino si legge ancora secondo ledizione Griffin : Guido de Columnis, Historia destructionis Troiae, ed. by Nathaniel Edward Griffin, Cambridge, The Medieval Academy of America, 1936.

22 Per un approfondimento sulla struttura di V2 si rimanda a Cambi, LHistoire ancienne, op. cit., p. 146-150.

23 Già Bellomo aveva sottolineato limportanza e il rilievo linguistico-testuale del codice : Saverio Bellomo, « “Fiori”, “fiorite” e “fioretti” : la compilazione storico-mitologica e la sua diffusione », La parola del testo, 2 (2000), p. 217-231.

24 Sulla fisionomia complessiva della compilazione di V1 si rimanda a Matteo Cambi, « Codice, immagine e paratesto nel ms. BNM, It. VI 81 », Carte romanze, 8, 2 (2019), p. 347-374. Per una prima scheda del testimone marciano si rimanda al fondamentale contributo di Saverio Bellomo, Censimento dei manoscritti della Fiorita di Guido da Pisa, Trento, Dipartimento di Scienze filologiche e storiche, 1990, p. 137-139.

25 Per il codice si ipotizza una localizzazione in area padovana, non lontana dalla cerchia culturale carrarese : Francesca Flores DArcais, « Le illustrazioni del manoscritto Marciano It. VI, 81 (5975) », Omaggio a Gianfranco Folena, Padova, Editoriale Programma, 1994, p. 557-572.

26 Entrambi i raggruppamenti risultano attestati in area italiana, sebbene al momento i rapporti di dipendenza del testimoniale restino da chiarire : cf. Jung, La légende, op. cit., p. 353-356.

27 Cambi, LHistoire ancienne, op. cit., p. 154-156.

28 Vedi Carlesso, « Note », art. cité, p. 283-348.

29 Cf. Di Sabatino, « Per ledizione », art. cité ; Cambi, LHistoire ancienne, op. cit., p. 115-133.

30 Ampia e varia, ancorché in larga parte da indagare, risulta la circolazione dei romanzi di materia antica nel Veneto medievale : cf. Giuliana Carlesso, « La versione Sud del Roman de Troie en prose e il volgarizzamento di Binduccio dello Scelto », Atti dellIstituto Veneto di Scienze, Lettere ed Arti, Classe di Scienze Morali, Lettere ed Arti, 124 (1966), p. 519-560 ; Maria Luisa Meneghetti, « Alessandro e famiglia. La circolazione dei romanzi di materia greca nellItalia della prima metà del xiii secolo », Mito e storia nella tradizione cavalleresca, atti del XLII Convegno Storico Internazionale, (Todi, 9 – 12 ottobre 2005), CISAM, Spoleto, 2006, p. 347-362 ; Cambi, « Prime indagini », art. cité ; Alison Stones, « The Illustrated Alexander in French Verse : the Case of Italy », Francigena, 5 (2019), p. 229-255.